Museo civico delle Arti e Tradizioni popolari

Il museo, inaugurato nel 1997, documenta con oggetti d'uso quotidiano (madie, aratri, strumenti di lavoro, utensili da cucina) le tradizioni popolari del piccolo centro situato tra il monte Terminillo e la valle del Velino.
Indirizzo Via dei Campi, 02010 Micigliano RI, Italia
Punti di contatto
Cap 02010
Modalità di accesso

L' accesso principale è in piano,accessibile dalla strada, accessibile anche in macchina. L' ingresso è reso facilitato per tutti.

L'amore ed il rispetto per il patrimonio storico-culturale si esprimono a Micigliano anche attraverso il locale Museo Civico delle Tradizioni Popolari. Ospitato in un edificio prospiciente la sede del Comune, il Museo raccoglie le testimonianze della civiltà agricola e pastorale tipica dell'area gravitante sull'Alta Valle del Velino articolate in un percorso espositivo che passa gradualmente dall'ambiente esterno (campi, boschi, monti) a quello urbano, per concludersi, attraverso la cantina, nel cuore della casa. Vengono cosi' documentate le attività economiche basilari, quali il lavoro dell'agricoltore, del pastore, del boscaiolo, del fabbro e del falegname, con l'esposizione di oggetti capaci di suggestioni profonde evocatrici di un mondo da non dimenticare. Da sottolineare nel settore riservato all'agricoltura l'esposizione di aratri, da quelli piu' antichi di legno a quelli piu' recenti in ferro, e di tregge (loc. traglie), speciali slitte trainate da buoi la cui forma è in relazione al tipo di materiale trasportato (sassi, concime e prodotti delle colture). La coltivazione delle castagne - da sempre attività economica basilare per la comunità di Micigliano - è documentata da rastrelli e ramazze utilizzati per la pulitura del terreno, molle (loc. mordacchie) per l'estrazione delle castagne dai ricci, cesti e panieri per la raccolta e trasporto dei frutti, graticci (loc. rate per l'essiccazione delle castagne al calore del camino. L'opera del falegname è presente in ogni angolo del Museo con l'esposizione di arche e casse di diverse dimensioni, arricchite da pregevoli motivi decorativi incisi: nel tipo grande si conservano le granaglie, in quello medio viene riposto il pane, in quello piccolo si custodisce il corredo. Al lavoro del fabbro riportano tutta una serie di strumenti, quali il mantice per la fucina, martelli, tenaglie, lime, trapani, stampi per fabbricare chiodi, che servivano per costruire gli attrezzi agricoli (zappe, vanghe, falci, vomeri per aratri) o venivano impiegati nell'attività di maniscalco svolta dallo stesso fabbro. La viticoltura, altra importante attività produttiva del luogo, è documentata da un particolare strumento impiegato nella pigiatura dell'uva: l'abberrocchio. Questo è un rudimentale torchio formato da una grossa trave fissata, per una estremità alla parete della cantina dove è addossata la vasca di premitura; alla parte opposta della trave è attaccata una grossa pietra che viene sollevata da un mulinello e che, ricadendo, trascina in basso la trave la quale a sua volta preme le vinacce contenute nella vasca tramite una pila di tavole poste al di sopra. La tessitura e la filatura sono ampiamente illustrate da un telaio completo di tutti i suoi elementi (cassa, licci, pettini, subbi, navette e spole) e da quelli strumenti come i fusi, le rocche, gli aspi e i filatoi che permettevano il confezionamento sia della biancheria che degli indumenti necessari a tutti i componenti della famiglia. Completa il percorso espositivo la ricostruzione di un angolo significativo della casa: la cucina con il focolare dove la famiglia trascorre gran parte della giornata, specie nei mesi invernali, impegnata nella produzione di oggetti di uso personale, domestico e attrezzi da lavoro. Oltre agli oggetti di uso domestico, in ogni cucina era appeso, sopra al camino, un piano ad intreccio, la rata, dove venivano poste ad essiccare le castagne. Nella sezione fotografica del museo, foto storiche che riprendono scene di lavoro, ritratti di famiglia, feste patronali, testimoniano i vari aspetti della vita economica e sociale di Micigliano e nel contempo consentono di far rivivere gli oggetti e le suppellettili esposti operando un processo di ricontestualizzazione. 

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